Ventotto agosto di qualche anno fa. Era un casello ferroviario in disuso completamente murato.
Ricordo come fosse ieri la notte in cui abbiamo buttato giù il muro con martello e scalpello: la rassegnazione; la rabbia; l'eccitazione e la soddisfazione , ripartite in modo sequenziale.
…un impatto duro, reale…la rabbia che ci ha dato quella forza necessaria per abbattere ogni mattone… la consapevolezza e la soddisfazione finale. La promessa di non sottovalutare mai più le nostre potenzialità. Ricordo tutto di quella notte, i pezzi di mattone che ci volavano in faccia ad ogni colpo vibrato, l'odore intenso della calce una volta dentro, il senso della vita che prende il sopravvento sull'inerzia…