Pisa, maggio ’72. Franco Serantini, anarchico ventenne, colpito a morte dalla polizia mentre si opponeva ad un comizio fascista. Uno come tanti. Oggi come ieri. Tutto si ripete. Repressione. Dispersione di un movimento. Scomparsa. La “propaganda mediante i fatti”, le nuove colonie libertarie, l’idea di cooperazione autogestita, l’anarco-sindacalismo, la rivoluzione sociale, il ravacholismo, la lotta per la giornata…tutto è fallito da più di un secolo. Tutto è sepolto. Paleoideologia massificata.
Ancora qua a leggere/declamare le stesse magniloquenti imprecazioni contro il capitalismo. Nessuna lotta di classe, nessuna gerarchia di classe. Antagonismo da maglietta. Nuovi eroi per nuove soluzioni. Sloganistica da piazza. Sloganistica da corteo. Associazionismo di quantità. La dottrina indotta, il decalogo del “bravo anarchico”, le verità acquisite. Morti entro spazi morti. Agevolare la strumentalizzazione mediatica. Alimentare nuove strategie di repressione, nuove montature giudiziarie. Esporsi a false connessioni ideologiche. Politichini. Potere di ritorno. Il braccio che ottenebra la mente.
Incoscienti pedine del loro gioco. Schema, ruolo, (op)posizione. Ultimo atto…attori in scena.