Inutile spendere ulteriori parole sulla vivisezione. La controinformazione dilagante e l'enorme mole di materiale in merito sono già di per se fin troppo esplicativi e totalmente in grado di aprire gli occhi a chiunque riguardo il grande inganno della sperimentazione, la sua inutilità, le sue speculazioni, i suoi orrori. Vorremmo soffermarci invece per un attimo su un'immagine. Una gabbia. L'uomo "civilizzato" ha bisogno di gabbie per vivere. Sbarre dietro le quali rinchiude propri simili ed altri animali. Sbarre grazie alle quali pone se stesso al centro dell'universo, come dio supremo libero di gestire cicli millenari, risorse e forme di vita. Prigioni, simbolo di potere, di superiorità, strumento di giudizio e condanna del "diverso", di sottomissione fisica e psicologica. L'uomo manifesta l'autorità conferitasi attraverso il controllo, l'imposizione, la proprietà, la forza, il rigore, l'assoggettamento del vivente e la possibilità di disporne completamente a proprio vantaggio. Profitto. Il principio é strettamente gerarchico ed il suo mantenimento reso possibile grazie all'uso della violenza fisica. Sangue. La connessione tra i rapporti di supremazia antropocentrica tipici della società del capitale, con quelli che legano l'essere "uomo-predatore" alle altre specie viventi è davvero immediata. Come il potente schiaccia lo sfruttato, l'uomo soffoca la "bestia". Stesso movente, stesso egoistico interesse… innata attitudine al dominio. L'attacco alle gabbie è soluzione necessaria, l'unico modo per dissociarsi dalla sola specie che merita l'estinzione assoluta in quanto incapace di condurre la propria esistenza senza creare danni di entità catastrofiche, senza uccidere, senza fabbricare menzogne. Colpire ogni forma di reclusione, di sottomissione, ogni assassinio legalizzato, ogni bramosia di dominio. Liberare. Ne animali ne uomini dietro le sbarre, liberi tutti!!!