CREDERE OBBEDIRE CREPARE A TESTA IN GIU'
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nuove fabbriche nuovi coloni
per imporre una lingua attrattiva
nuovi codici nuovi padroni
per imporre una lingua inerziale
come schiavi di un impero virtuale
così stai eludendo la vita
perdendone il senso
millantando al bisogno legami fittizi
credere obbedire crepare a testa in giù
nuove e potenti oligarchie
del capitalismo digitale
di cui siamo (in)consapevole
forza lavoro a costo zero
ce le portiamo addosso/dentro
ci attraversano come binari obbligati
ne assimiliamo l’intelaiatura
con (im)percepita sudditanza
e in ogni fetta d’esistente
si fanno vita sociale, lavoro, consumo
attraverso la colonizzazione
del nostro immaginario
per il profitto e per il controllo …
è il dominato che rafforza il dominante
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ORA COME ALLORA
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sembra tornino gelidi inverni
cupe stagioni di un tempo già andato
abili trame vuoti rimossi
che in fondo alla fine
il passato è passato
camicie bianche facce pulite
che tanto alla fine
il passato è passato
riconciliazione nazionale: identità
vecchi e nuovi squadristi
clero servizi poteri bianchi
indulti e amnistie
delle sinistre conniventi
… ora come allora
le sedi dei fascisti
si chiudono con il fuoco
che poi tra il dire e il dire
a volte resta così poco
e perde il senso di un'azione
in un coro un po’ abusato
di una vecchia canzoncina
urlata con l'indice alzato
mentre i covi dei fascisti
riaprono poco a poco
che qua tra il dire e il dire poi
si è spento pure il fuoco
e quel che resta è un'intenzione
o un'ennesima bandiera
che già il vento soffia ancora
sì! ma è una nera primavera
ora è come allora, non ti pare?
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STATICO VUOTO APPARENTE
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ora che si è fatto silenzio
ora che i giorni spengono
ora che non ti cerco
perché fa freddo e muoio dentro
ora che si è fatto silenzio
ora che i mesi confondono
ora che non ci provo
come ogni volta in cui mi arrendo
ora che inverni alternano a inverni
come uno statico vuoto apparente
ora che immobile e in pieno giorno
resto sospeso tra il niente e il niente
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COLPIRNE UNO COLPIRNE CENTO
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corpi adagiati su corpi
irride il boia aguzzino
non c’è più tempo da perdere
che è già troppo tempo
sarà una notte bellissima
saranno giorni migliori
sarà che è tempo di muovere
che è già troppo tempo
che ne sia valsa la pena
che sia da esempio per noi
senza più uscite di scena
senza trionfi da eroi
saranno notti bellissime
saranno giorni migliori
saranno tempi da vivere
e intensi bagliori
colpirne uno colpirne cento
la gioia è armata e ancora
il cuore non si è spento
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LE TUE PROMESSE SONO PIETRE
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come il possesso stona il senso del dovere
stona questa colazione amara mentre piove
stona l’inquietudine stona l’umore
stona l’orizzonte che non ci commuove
le tue promesse sono pietre
i tuoi per sempre sono pietre
stona la vita vinta dall’attesa
stona al compromesso la ragione
stona un dio bastardo stona la tua resa
mentre suona sta zavorra priva di passione
le tue promesse sono pietre
i tuoi per sempre sono pietre
preferisco bruciare cent’anni
piuttosto che vivere un giorno dei tuoi
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RISOLUZIONI STRATEGICHE
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forse inutili dogmi mancati
in contesti che cambiano
come andate e ritorni
nei giorni che arrancano
come vecchie stagioni
ripropongono e avanzano
altri sogni e bisogni
nei giorni che impongono
risoluzioni strategiche
buone regole buona prassi
Carlos scrive “separazione”
scardinare questo apparato
con metodo calma e dedizione
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STRADA PER STRADA
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strada per strada
quartiere per quartiere
“col sangue puliremo
le camicie nere”
urlava in coro il Sardo
l’esempio dei compagni
con il piombo in canna
e con la rabbia di quegl’anni
si è fatta l’ora!
si è fatto il nostro tempo!
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LE BATTAGLIE LASCIANO SEGNI
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mi racconti di quando ci avete provato
mi racconti di come ci avete provato
di un autentico senso di lotta
e di vita nei giorni più belli
le battaglie lasciano segni
le parole solo sogni
mi racconti di notti stellate a dicembre
mi racconti dell’attimo prima
e di un senso di vuoto
di timori fugati da Sten e C4
di speranze sopite e rancori mai domi
le battaglie lasciano segni
le parole solo sogni … sospesi e fragili
quando è finita non è ancora finita
pace sociale e resistenza tradita
guerra di classe guerra di liberazione
parola d’ordine? restaurazione
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C'E' QUALCOSA DI ME CHE E' PIU' VECCHIO DI ME
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e così sei tornata a Bologna
nella tua casa di San Vitale
senza più voci ad accompagnarti
che in fondo nulla c’è da gridare
ma quanti pugni protesi al cielo
in questi giorni di marzo
che erano giorni in cui tutto
pareva possibile Carla
e così sei tornata a Bologna
con quei tuoi riccioli impertinenti
in quel silenzio che assorda di rabbia
ho cercato più volte il tuo sguardo
non è soltanto per dirti ci siamo
che a viso scoperto marciamo stretti
mentre il Partito con ordine infame
riprende/tradisce i compagni dai tetti
e così sei tornata a Bologna
coi drappi rossi listati a lutto
“se mi dovesse accadere qualcosa
pensate a mia figlia” era l’alba era tutto
“onore a Barbara onore a Maurice”
e a tutti/e compagni/e caduti/e in battaglia
che mille mani impugnino le armi
anche soltanto per ricordarli/e
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ULTIMI FUOCHI DI RESISTENZA
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a guerra per la civiltà
di un occidente
che nobilita e pacifica
barbarie democratiche
ci vede complici e silenti
ci rende classe dominante
ma ho il cuore colmo d’odio
sopravvivo all’impotenza
… ultimi fuochi di resistenza
je ne suis pas Paris
jamais je ne le serai pas
allez au combat freres
allez au combat!
Siria Mali Libano
Somalia Afghanistan
Iraq Palestina … Bataclan
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LA VITA VINTA DALL'ATTESA
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non è più tempo non voglio convincerti
come se in fondo servisse a qualcosa
nei/dai tuoi silenzi risposte mancate
o spiegami quale pretesa?
non è più tempo e se boia madonna
l’avessi intuito a suo tempo
senza più il peso di queste catene
senza l’assillo di queste catene
ma ancora una volta
resta un senso di resa
in questa tua vita di merda
vinta dall’attesa
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POLITICO PERSONALE
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forse sarebbe stato meno facile
un colpo al petto un vuoto a perdere
alle radici di questa mia inquietudine
un grigio svuota e riempie la solitudine
forse saresti stata meno fragile
ed io meno depresso un po’ più complice
alle radici di questa mia inquietudine
un grigio svuota e riempie la solitudine
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NOI NON VI DIMENTICHIAMO
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per i morti di Reggio
e le genti dell’Oltretorrente
a difesa di Parma
per Elena, Laura
per Mara e le altre
cadute in battaglia
non basterà l’odio
di tutta una vita
né il tempo che resta
né i cieli assaltati per poco
né gli alibi a vuoto
per Nori e Visone,
Pierino, Pastecca
Prospero e per tutti gli altri
per Davide, Sole e Baleno
per quella “ragione di Stato”
non basterà l’odio
di tutta una vita
né il tempo che resta
né i cieli assaltati per poco
né gli alibi a vuoto
noi non vi dimentichiamo
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UKULELE PUNK
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Contrasto HC
20 anni contro
tra battaglie ed emozioni
Contrasto HC
20 anni contro
contro ogni gabbia
fisica o mentale
contro ogni realtà
che a tutti i costi viene imposta
contro tutto ciò
che rende un'esistenza sterile
Contrasto HC
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L'INTERNO VISTO DALL'INTERNO
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Ivan lascia parlare gli occhi
mentre smonta e rimonta più volte
una vecchia cassetta di Laura Pausini
senza custodia senza più titoli
trovata in spiaggia un’estate di troppi anni fa
che non importa più quando o da chi
mentre il nastro si piega e fa notte
Sembra una vela in rimessa
la voce di Frank oggi a pranzo mentre
mi parla sottile guardando per terra
tra un’onda ed un piatto di pasta
come una scheggia di legno salato
e la stretta di polvere e sabbia
su quel mare che a volte
sospende il bisogno e fa notte
Ogni giorno è uguale all’altro
è un tempo immobile un sonno ininterrotto
Giovanni scrive mentre le ore si perdono
dilatano ed ingoiano freddo sempre freddo
anche quando l’aria si fa insopportabile
e alle narici solo quest’odore
con la voce che arrugginisce e fa notte
… come l’interno visto dall’interno …
non chiedere perché si è fatto tardi
non è mai stato tempo per provarci
adesso che resto sorpreso
e mi perdo incapace tra il vuoto e l’urgente
determinando un altro passo nel niente
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TUTTO QUA
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tutto qua
in un labile istante di vuoto
quasi come vent’anni fa
e in quello che ne ha riadattato
il senso le movenze
il sapore dei giorni dopo
quasi come in quei bicchieri
mezzi vuoti o mezzi pieni
appoggiati qua e là
su vecchi tavoli di legno
dimenticati fino al giorno dopo
in quel che resta
o in ciò che spinge ancora
tutto qua
riportiamo la parola alla parola
come strumento e sostanza
riportiamo la parola all’intenzione
così …
che in fondo basta pure questo
e quella scusa sempre quella
tutto qua
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